
Da più di un anno è stata rimossa la sbarra d’accesso al villaggio di Dubovy Log. Nel villaggio poche centinaia di persona con qualche decina di bambini lasciati a respirare quotidianamente folate di radioattività sollevata dalla polvere dei mezzi del kolchoz, spostata dalle piante al terreno e viceversa dal vento che sferza i volti durante l’inverno e annoda i capelli quando il sole si fa tiepido. Ma soprattutto radioattività che si incunea nel terreno, nutre le radici delle piante, degli ortaggi, della frutta. Da 32 anni la radioattività è il maggiore alimento delle persone che nel villaggio vivono, blandite a restarci da una politica criminale che gliela offre in cambio di una casa e di un orto gratis, affinché siano manodopera per produrre grano, latte, carne da distribuire in tutta la Bielorussia, partendo proprio da questo lembo di terra che si protende verso la Russia e che cerca di lambire l’Ucraina. …